Quello del rugby è un mondo molto pulito, nel quale difficilmente si verificano episodi di corruzione o situazioni analoghe. “L’unica cosa che accade tra le tifoserie è che si offrono la birra e se non la bevi si offendono”. Andrea Lo Cicero, il “Barone”, sa di cosa parla, è stato pilone per la nazionale italiana di rugby con cui ha partecipato a quattro edizioni della Coppa del Mondo.
Nello sport le regole sono chiare e vengono rispettate. “Se c’e un giocatore in dubbio, le federazioni sono molto severe, gli fanno passare la voglia di giocare a rugby” dice Lo Cicero. Nel rugby non c’è mai stata la separazione delle tifoserie: “Non abbiamo mai avuto problemi di ordine pubblico”. Si tratta di uno sport sano dal punto di vista della tifoseria, si porta la famiglia e insieme si va a vedere la partita. “È uno sport sano” aggiunge il Barone. Come lo è il calcio, ma se si vuole far tornare a splendere le competizioni a livello nazionale “bisogna agire in maniera rapida e massiva, senza rimorsi di coscienza né politici né sportivi” contro chi delinque. “Lo sport è bello perché regala emozioni e non può, invece, regalare terrore”.Non si tratta solo di teppisti che una volta alla settimana si recano nelle curve, ma di veri e propri criminali nella vita di tutti i giorni che hanno più volte intimorito e minacciato gli atleti. “Noi svolgiamo un ruolo difficile. Possiamo sbagliare, ma il tifoso non può permettersi di attaccare l’operato di un atleta”. Sono tifoserie malsane che utilizzano la violenza a cui sono abituati quotidianamente anche nel contesto sportivo. L’augurio di Lo Cicero è uno solamente: che si faccia piazza pulita e che ogni sport torni ad essere aperto a tutti.