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Redazione
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Pubblicato: 19 Ottobre 2024 10:00
Il 2024 e il 2025 saranno anni tutt’altro che semplici per il settore automobilistico. È quanto emerge dall’ultimo rapporto di Moody’s che ha abbassato l’outlook sull’industria dell’auto a livello globale da stabile a negativo. L’agenzia di rating ha rivisto al ribasso infatti le sue stime su vendite e margini a causa del calo della domanda e dell’aumento della concorrenza, fattori che stanno spingendo in basso i prezzi. Condizioni valide sia nel segmento dei veicoli di massa che in quello premium.
Le vendite e i globali
Per il 2024 Moody’s prevede una crescita delle vendite che si fermerà al +0,4% (aveva stimato +1,6% in precedenza). Più basse anche le vendite per il 2025: dal +2,1% l’agenzia di rating è passata al +1,4%. Moody’s ha previsto inoltre che continueranno a calare i margini operativi – una discesa già avviata nei primi sei mesi del 2024 – fino al 7%. Pessimismo sui margini anche per il 2025: secondo l’agenzia di rating, infatti, la moderata crescita dei volumi non sarà sufficiente a compensare le pressioni sui prezzi e sui costi di ristrutturazione, una questione che riguarderà soprattutto le attività in Europa e negli Stati Uniti.
Cina, Europa e Stati Uniti
La situazione descritta nel rapporto però è molto diversa nelle tre maggiori aree economiche. I veicoli ricaricabili – elettriche pure e ibride plug-in – guideranno una crescita contenuta nel mercato cinese, con le vendite che dovrebbero aumentare dello 0,6% nel 2024 e dello 0,4% nel 2025. Anche il mercato europeo è visto in frenata: il 2024 si dovrebbe chiudere infatti con aumento totale delle vendite dell’1% dopo il +1,7% registrato nei primi otto mesi, mentre il 2025 vedrà una crescita delle immatricolazioni dell’1,5%. Al ribasso anche le stime per gli Stati Uniti: quest’anno le vendite totali di auto dovrebbero fermarsi a 15,7 milioni di unità e non più a 15,9 milioni.
La ripresa
In un rapporto pubblicato la scorsa settimana, Moody’s ha previsto che una qualche forma di ripresa non si vedrà prima della seconda metà del 2025. L’agenzia di rating ha comunque ammesso una limitata capacità di previsione data l’attuale debolezza del mercato e la relativa volatilità.