“La Corte costituzionale ha spazzato il campo da quelle contestazioni generali e preliminari sulla legittimità dell’articolo 116 della Costituzione. Quindi l’Autonomia differenziata non contrasta con i principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale”. E’ fiducioso Giovanni Guzzetta, professore di diritto costituzionale all’università di Roma Tor Vergata, che da membro del Comitato per l’individuazione dei livelli essenziali di prestazioni (Clep), sulle anticipazioni della sentenza sulla legge Calderoli provenienti da Palazzo della Consulta afferma: “Per quanto riguarda i lep dal punto di vista del lavoro del Clep non cambia nulla, perché noi già stiamo lavorando sulle singole funzioni all’interno delle materie ed il lavoro istruttorio non ha motivo di fermarsi”.
L’ex presidente della Corte costituzionale Cesare Mirabelli in base all’orientamento dei giudici costituzionali ammonisce però sulle macro funzioni che equivalgono a trasferire materie… “Noi lavoriamo per singole funzioni, non macro – ribatte il costituzionalista – Poi quale è il confine fra la funzione, la macro funzione e la materia, potrà definirlo la Corte”. “Ovviamente alla luce della sentenza il legislatore dovrà ridefinire il veicolo normativo attraverso cui disciplinare i lep nell’ordinamento – precisa – ma il lavoro che stiamo facendo resta inalterato. Anzi siccome la Corte ha detto che non sono attribuibili le singole materie ma solo singole funzioni, per quelle funzioni che non richiedono i lep si può procedere fin da subito”.
Guzzetta esprime dei dubbi sull’interpretazione del comunicato sulla sentenza della Corte relativa all’affermazione che il Parlamento può modificare l’intesa tra governo e regione con emendamenti. “Non si capisce se, una volta approvata, la legge emendata dal Parlamento entri in vigore (potendosi solo aprire un nuovo negoziato per una nuova intesa) o se invece il procedimento si interrompa e si possa ritornare al tavolo negoziale; Rimane da capire anche, qual è il destino di quei decreti già vigenti con cui in passato sono stati identificati i livelli essenziali, ad esempio in materia di assistenza sanitaria. L’orientamento toccherà quindi anche i Lea? Sicuramente la motivazione della sentenza chiarirà molti dubbi”.
Certo è che “il processo non si è arrestato, si tratta di adeguarsi a quanto richiesto dalla Corte. E siccome il termine che si era data la legge Calderoli è 24 mesi, c’è tutto il tempo di rifare una nuova legge delega rispettando le indicazioni della Corte e nello stesso tempo approvare entro 24 mesi gli stessi decreti, tanto più che si può continuare a svolgere attività istruttoria sui costi e fabbisogni standard che sono il presupposto per individuare i lep”, conclude il costituzionalista.