Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaSarà uno degli ultimi vertici internazionali a cui Giorgia Meloni parteciperà nella doppia veste di premier e di presidente di turno nel G7. Ma questo G20 a Rio de Janeiro del 18-19 novembre è anche il primo summit che vede riuniti i principali leader del mondo dopo la vittoria di Donald Trump.Occasione di Meloni per fare il punto con gli alleatiSarà quindi per Meloni anche l’occasione di fare il punto con i propri alleati, a partire da quelli con cui c’è maggiore sintonia, vedi il primo ministro indiano Narendra Modi, tra i primi a congratularsi con il tycoon per il suo ritorno alla Casa Bianca. Con Modi la premier ha fin dall’inizio del suo arrivo a Palazzo Chigi coltivato un rapporto privilegiato. Lo stesso vale anche per il presidente argentino Javier Milei che era già stato ospite a Roma a febbraio scorso e poi a luglio al vertice del G7 di Borgo Egnazia. Ora tocca a Meloni che Milei ha invitato per una visita ufficiale a Buenos Aires subito dopo la conclusione del summit dei Grandi del mondo. L’obiettivo è certo quello di rafforzare le relazioni commerciali ma anche politiche.Loading…La vittoria di Trump modifica gli equilibriLa vittoria di Trump è destinata a pesare e a modificare in modo sostanziale gli equilibri che hanno dominato negli ultimi anni e anche durante il primo mandato dell’esponente repubblicano. Ora lo scenario è molto più incerto. A questo G20 a rappresentare gli Usa è ancora l’amministrazione di Joe Biden. Ma certo chissà cosa potrebbe dire il neo ministro della Sanità Usa, Robert Kennedy, noto per le sue posizioni antiscientifiche e no-vax, a proposito di una delle iniziative chiave proposte dalla presidenza brasiliana: la creazione e il finanziamento all’interno dell’organizzazione di un’alleanza internazionale per la produzione locale e regionale di vaccini e medicinali, per aiutare i Paesi che storicamente hanno avuto difficoltà ad accedere a questi immunizzatori.Le complessità nell’avvio del nuovo corso del tycoonLa fase di transizione per il passaggio di consegne e l’ingresso ufficiale di Trump alla Casa Bianca a gennaio prossimo servirà a tentare di prendere le misure dell’avvio di questo nuovo corso anche a Meloni. Qualcosa in realtà già si è visto. Le dichiarazioni dure di Elon Musk contro i giudici italiani, il silenzio (imbarazzato) della premier rotto dalla presa di posizione del capo dello Stato Sergio Mattarella a difesa della sovranità del Paese. Meloni è prudente. Nonostante Trump sia uomo di destra e quindi ideologicamente vicino, l’imprevedibilità del neo presidente ma soprattutto le sue prese di posizione su un inasprimento dei dazi verso le merci provenienti dall’Europa e sull’aumento delle spese per la Difesa dei Paesi Nato ( e quindi anche dell’Italia) non consentono sonni tranquilli per la vittoria del tycoon neppure a chi della destra è la leader.