Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Non siamo al sicuro e non lo saremo finché la legge e la tecnologia a disposizione non saranno riuscite ad allinearsi con la tecnologia della criminalità», dice il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Un allarme e una constatazione: «La tecnologia avanza più in fretta rispetto alla legge e i malintenzionati sono sempre un po’ più avanti, sono riusciti ad hackerare anche il Cremlino». Il Guardasigilli parla all’indomani della notizia dell’indagine della Dda di Milano sul furto e la vendita di migliaia di dati riservati. Un nuovo caso di dossieraggio, dopo quello di Perugia della scorsa primavera. Decisivo quindi diventa «allineare» la normativa anche «lavorando di fantasia» e cioè «prevedendo», anticipando le intenzioni degli hacker. Qualcosa si sta muovendo. Entro il prossimo mese dovrebbero arrivare nuove disposizioni per difendersi dagli attacchi. A lavorarci è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che ha costruito una task force alla quale partecipano il Governatore di Bankitalia, il Procuratore nazionale antimafia, i vertici dell’intelligence, della GdF e dell’Agenzia per la cybersicurezza. Saranno moltiplicati i controlli e la tracciabilità di chi interviene.Nordio non esclude che il Governo sia nel mirino. Giorgia Meloni e prima ancora Guido Crosetto hanno apertamente parlato di «complotto». Il ministro (intervistato da CasaCorriere Festival) conferma: «C’è stato un dossieraggio mirato nei confronti di persone di alta caratura politica» che questa volta però è stato «controproducente» per chi l’ha attivato.Loading…Il Guardasigilli parla anche delle recenti polemiche tra Governo e magistratura e di riforma della Giustizia sulla quale – avverte – «non c’è trattativa». E torna a difendere la separazione delle carriere e la stretta sulle intercettazioni: «La separazione delle carriere era nel nostro programma elettorale, i cittadini hanno scelto questo governo per applicarlo e non possiamo disattendere le loro speranze». Quanto alle nuove norme sulle intercettazioni Nordio si dice «apertissimo» a ragionare con i magistrati ma «tenendo conto anche dell’economia». Oggi la criminalità organizzata – sostiene – «parla attraverso sistemi satellitari, che noi non riusciamo ad intercettare, e non con i cellulari». Di qui la proposta di «risparmiare sulle intercettazioni a strascico e impiegare le risorse nei sistemi costosi e innovativi che intercettano le vere comunicazioni della criminalità organizzata». Resta il braccio di ferro con i magistrati. Nordio torna ad attaccare il giudice della Cassazione, Marco Paternello, che in una chat aveva criticato la premier: «In qualsiasi altro Paese una situazione così avrebbe creato uno scandalo enorme».