Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaSicurezza euro-atlantica, Ucraina, Medio Oriente sono stati i temi del colloquio telefonico di domenica sera tra il nuovo Segretario di Stato Usa, Marco Rubio, e il ministro degli esteri, Antonio Tajani: si è trattato del primo contatto bilaterale tra il nuovo capo della diplomazia Usa e un ministro degli esteri europeo. Il tema tuttavia forse più delicato e importante del momento dal punto di vista economico è quello relativo ai dazi commerciali che l’amministrazione Trump ha minacciato e in larga parte annunciato. La questione è certamente di competenza della Ue – e se infatti ne parlerà al consiglio dei ministri a Bruxelles lunedì 27 gennaio – ma Tajani e Rubio lo hanno affrontato, visto che per l’Italia secondo le stime di aggravio dei “balzelli” che stanno circolando in ambienti di governo arrivano a superare i sette miliardi.Usa, Donald Trump sui dazi all’Italia: “Giorgia Meloni mi piace, vediamo cosa succederà”Forte avanzo commerciale dell’Italia verso Usa La questione è davvero centrale in questa fase di avvio dell’amministrazione, e l’Italia – si nota in ambienti governativi – vuole anche giocare d’anticipo. Ad eccezione del solo 2020 (anno in cui la contrazione degli scambi è perlopiù attribuibile alle conseguenze economiche della pandemia da COVID-19), nell’ultimo decennio (2014 – 2023) il commercio tra Roma e Washington si è caratterizzato per una crescita dell’export del nostro Paese verso il mercato statunitense, che nello scorso anno ha raggiunto livelli pari a 67,3 miliardi di euro, crescendo del 3,4% rispetto all’anno precedente. Allo stesso modo, crescono le importazioni dagli Stati Uniti verso l’Italia, che lo scorso anno hanno raggiunto quasi 25,2 miliardi di euro, in aumento dell’1,1% rispetto al 2022 e di quasi il 59,5% rispetto al 2021. Insomma, con più del doppio delle esportazioni italiane negli Stati Uniti rispetto alle importazioni statunitensi l’Italia ha forte avanzo commerciale.Loading… Italia paese più colpito da procedimenti anti-dumping Un rapporto che non è sempre lineare: con 14 procedimenti anti-dumping e 4 anti-sovvenzioni, l’Italia è risulta essere il paese più colpito dalle indagini (e dalle misure di difesa commerciale) statunitensi tra gli Stati membri UE, seconda solo al Giappone tra i Paesi G7. I procedimenti che colpiscono il nostro Paese rappresentano più di un quarto del totale dei Paesi UE. Seguono la Spagna e la Germania tra i Paesi più colpiti nell’Unione assieme all’Italia. I dazi che colpiscono la produzione italiana riguardano soprattutto i settori dell’acciaio, dell’alluminio e dei materassi, nonché il settore agroalimentare (pasta). Alcune delle misure commerciali statunitensi sono in vigore dagli anni ’80 e ‘90 del secolo scorso (tra cui alcuni prodotti dell’acciaio e della pasta), e continuano ad essere oggetto di revisioni amministrative.