«La decisione della Commissione Europea di proporre un obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040, accompagnato da meccanismi di flessibilità, rappresenta un passo strategico che concilia l’ambizione climatica con le esigenze dell’industria italiana».
A dirlo è Antonio Visconti, presidente Ficei (la federazione italiana dei consorzi industriali) e numero uno dell’Asi di Salerno.
«L’inclusione di strumenti come i crediti di carbonio internazionali e il riconoscimento delle rimozioni naturali di CO₂ offre all’industria italiana l’opportunità di partecipare attivamente alla transizione energetica senza compromettere la competitività. Questi meccanismi permettono una maggiore adattabilità, consentendo alle imprese di pianificare investimenti in tecnologie pulite e innovative, mantenendo al contempo la stabilità economica – prosegue Visconti –. Anticipare un target così ambizioso al 2030 avrebbe potuto comportare significativi rischi economici. Secondo la Commissione Europea, negli ultimi cinque anni, i cambiamenti climatici hanno causato danni economici stimati in 170 miliardi di euro. Un obiettivo troppo stringente avrebbe potuto esacerbare tali costi, imponendo una transizione accelerata che l’industria potrebbe non essere pronta a sostenere, con potenziali ripercussioni su occupazione e crescita».
«La proposta della Commissione Europea equilibra efficacemente l’urgenza dell’azione climatica con la necessità di garantire una transizione giusta e sostenibile per l’industria italiana. Offrendo flessibilità e tempi adeguati, si crea un contesto favorevole – conclude Visconti – per l’innovazione e la crescita, rafforzando al contempo la leadership dell’Italia nel panorama industriale europeo».